Impostare una efficace e duratura strategia SEO significa stare sempre al passo coi tempi. Ultimamente risulta sempre più importante, ad esempio, avere una buona content strategy, impostata sul cosiddetto “Topic Cluster Model“. Abbiamo già trattato un tema afferente ai Topic Clusters parlando di Pillar Content. Approfondiamo quindi il tema principale, suggerendo alcune strategie per migliorare i propri contenuti digitali in un’ottica SEO.
L’evoluzione degli algoritmi di Google
Google è il principale motore di ricerca. Potremmo anzi dire che esso è sostanzialmente l’unico motore di ricerca, visto che elabora oltre il 92% delle ricerche totali effettuate dagli utenti. Probabilmente una delle sue caratteristiche vincenti è che Google ha sempre continuato ad evolversi. Abbiamo visto come, nel 2013, con l’introduzione dell’algoritmo Hummingbird, il gigante di Montain View abbia sostanzialmente realizzato l’obiettivo di comprendere le precise intenzioni degli utenti, celate dietro alle singole query digitate. Inoltre, a partire dal 2015 RankBrain, l’AI debole di Google, si è rivelata efficacissima a rispondere con precisione ed ampiezza alle cosiddette “ricerche conversazionali“, quelle generalmente fatte con comando vocale, dal proprio smartphone. Possiamo dire in sintesi che oggi la SERP è sempre più orientata a favorire pagine con contenuti specifici di qualità.
L’efficacia del Topic Cluster Model
Il modello basato sui Topic Clusters si rivela perfetto, se intendiamo strutturare i nostri contenuti digitali affinché questi vengano apprezzati e quindi ben indicizzati dal motore di ricerca. Si tratta infatti di una architettura dell’informazione molto pulita ed organizzata.
Cosa è un Topic Cluster
Un Topic Cluster non è altro che un gruppo di contenuti tra essi correlati, i quali tutti assieme descrivono e trattano un unico tema più ampio. Essendo la loro interazione ben strutturata, risulta facile – sia per gli utenti, sia per i motori di ricerca – trovare i contenuti che interessano. Quello che il Topic Cluster Model evita, è uno schema architettonico non uniforme, caotico. Ad esempio, quello in cui una home page contiene link a più sotto-pagine dai contenuti diversificati e con una struttura di cross-link niente affatto organizzata. Un conto è infatti avere numerose pagine web che trattano argomenti simili, senza alcuna gerarchizzazione fra di esse; altro conto è organizzare l’informazione chiarendo bene quali pagine debbano avere la priorità nell’indicizzazione e quali altre debbono esserle invece solo di supporto.
La Pillar Page, pilastro del Topic Cluster Model
Come ogni architettura, anche quella dell’informazione secondo il modello dei clusters specifici necessita di alcune colonne portanti. Sono queste le pagine pilastro, in inglese “pillar pages“, che si trovano al centro della strategia dei Topic Clusters. Le pagine pilastro non sono altro che una sintesi ampia ed esaustiva di un determinato argomento. Esse rappresentano un vero e proprio hub principale del tema trattato, dalle quali partono numerosi link a pagine che approfondiscono più nello specifico singoli aspetti. Le Pillar Pages, per la qualità e ampiezza dei contenuti e per i numerosi rimandi a terze pagine vengono lette da Google come autorità sull’argomento che trattano. Ma anche altri generatori di contenuti possono avvalorare la qualità della nostra pagina pilastro, magari ricevendo da questi numerosi link in entrata. E tutto ciò, virtuosamente, non fa altro che incrementare il ranking della pagina su Google. Oltre alla Pillar Page, fondamentali nella struttura di un Topic Cluster sono:
- i Cluster Contents, ossia brevi ed approfonditi sotto-contenuti rispetto al tema principale, ai quali rimanda la Pillar Page tramite appositi link;
- i link interni al Topic Cluster, che debbono essere strategicamente posizionati. Ad esempio, come dalla pagina pilastro parte un link verso un Cluster Content, quest’ultimo deve anch’esso rimandare, tramite hyperlink, alla pagina pilastro (strategia di cross-linking).
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