Dopo aver trattato il brick and mortar, è il momento di approfondire un ulteriore modello di business: il brick and click. Se con l’opzione “mattone e malta” intendiamo il negozio tradizionale, dove l’esperienza d’acquisto è tutta offline, con il brick & click, letteralmente “mattone e clic”, teniamo assieme il commercio in presenza e i vantaggi dell’e-commerce.
I vantaggi del brick and click
Abbiamo mostrato in precedenza come la vendita tradizionale conservi talvolta importanti vantaggi, tra i quali una esperienza d’acquisto decisamente più forte e impattante rispetto a quella vissuta tramite i canali digitali. D’altra parte, la vendita online è comunque un trend decisamente in crescita. Perché allora non tentare di unire i due momenti?
Dal tradizionale al digitale
Perché un negozio fisico dovrebbe aprire una vetrina per lo shopping sul web? Si consideri semplicemente come, sino ad una decina di anni fa, ci si faceva pubblicità. La strategia vincente consisteva nell’acquisto di spazi pubblicitari di vario genere: cartellonistica, inserzioni sui quotidiani, spot televisivi e/o radiofonici. Oggi tutto questo mondo è reso sostanzialmente obsoleto dalla rete. Una presenza dinamica sui social e una buona indicizzazione su Google possono già essere ampiamente sufficienti per raggiungere la clientela potenziale. E magari con costi anche più bassi di quelli un tempo necessari per campagne pubblicitarie strutturate. Ma si può, ovviamente, andare ben oltre.
Google Analytics e Facebook Marketing Campaign
Grazie a strumenti di marketing come Google Analytics e le campagne integrate di Facebook ed Instagram è piuttosto facile – se seguiti dai giusti professionisti – passare dalla semplice vetrina ad un efficace shop online integrato al nostro punto vendita fisico. Se un minimo di investimento sui canali digitali è già stato fatto – si possiede un buon sito web, si è presenti sui social, i nostri post e contenuti hanno una buona visibilità – con un minimo incremento di spesa possiamo trasformare tale presenza in un ulteriore punto vendita dematerializzato. Implementando un algoritmo per l’e-commerce sul nostro sito, possiamo sfruttare social e motori di ricerca non solamente per farci conoscere, ma anche per convertire lead in clientela fidelizzata.
Il brick & click della GDO
Chi ha scommesso – e ha vinto – su questa ibridazione tra la tradizione e l’innovazione è certamente la Grande Distribuzione Organizzata. Coop ed Esselunga, ad esempio, da qualche anno propongono servizi strutturati di vendita online: si può fare la spesa da casa riempiendo il proprio carrello, pagare online e farsi consegnare il tutto a domicilio. Anche alcune grandi catene di elettrodomestici e prodotti hi-tech, come Mediaworld, propongono servizi simili. Infine, non è da meno il colosso mondiale dell’arredamento Ikea, del quale non si può certamente dire che non abbia a cuore la materialità dell’esperienza d’acquisto del cliente.
Dal digitale al tradizionale
Perché un e-commerce dovrebbe aprire punti vendita fisici? Un caso interessante in Italia viene dal settore assicurativo, dove colossi della vendita online, come Facile.it, stanno penetrando nel mercato tradizionale. La trasformazione del modello di business avviene tramite il coinvolgimento di intermediari con forte radicamento sul territorio. Questo tende a frenare un problema molto frequente per i marketplace online, definito come fenomeno Ropo (research online, purchase offline). In pratica, tendiamo a visitare le piattaforme commerciali digitali quasi esclusivamente per farci una idea sulle caratteristiche e il prezzo di ciò che vogliamo acquistare, ma poi la transazione avviene fuori dalla rete, nel negozio o in un grande magazzino. In ambito assicurativo questa cosa è piuttosto marcata: le compagnie e i broker online hanno solamente un 4% del mercato totale delle vendite le quali, per oltre l’80%, sono ancora in mano alle agenzie fisiche.
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