Supponiamo di esplorare le pagine di un sito web ben fatto. Ad un certo punto, ci capita di atterrare su una pagina speciale, priva di link d’uscita. In questa pagina ci viene chiesto di lasciare i nostri contatti, al fine di proseguire la navigazione. E’, questo, un classico caso di squeeze page o optin page.
Come funziona una pagina squeeze
Los scopo di una squeeze page – termine che pare coniato dal marketing coach Jonathan Misel e che potremmo parafrasare in italiano come “pagina di compressione/estrazione” – è quello di convertire i visitatori di un sito in lead, ovvero contatti qualificati (contatti, cioè, dei quali abbiamo ottenuto l’indirizzo email). Abbiamo affrontato la tematica della lead generation in un articolo precedente: qui ci addentriamo più in profondità rispetto al tema, descrivendo uno strumento che ha proprio la funzione di generare lead. L’idea è quella di realizzare una pagina particolare, obbligata nel percorso di navigazione, che abbia l’obiettivo di incrementare il più possibile la lista dei contatti qualificati. Coloro che sono propensi a lasciare la loro mail, sono anche quelli che generalmente ritornano a far visita al sito web. E ciò è molto importante, poiché la grande maggioranza delle vendite non si conclude mai alla prima visita. Quindi: più contatti qualificati ho (leggi: più visitatori abituali ho), più vendite dovrei poter fare.
La squeeze page non è una landing page
Quando parliamo di pagina squeeze non dobbiamo però confonderla con un altro utile strumento di web marketing, ossia la landing page. Quest’ultima è una pagina speciale anch’essa, ma la cui funzione primaria è quella di attrarre traffico da diverse fonti (motori di ricerca, canali social) e spingere l’utente a compiere una determinata azione (acquistare un prodotto, scaricare un file, ecc.). Una “pagina di atterraggio” può avere quindi più obiettivi, anche se principalmente essa punta a vendere. Una “pagina di compressione/estrazione” ne ha invece uno solo: trasformare i visitatori in contatti qualificati. In sintesi, una squeeze page è un tipo specifico di landing page. Ci occuperemo di quest’ultima in un altro articolo.
Come creare una squeeze page
Ovviamente il visitatore va incoraggiato a lasciare il proprio recapito mail, assieme ad eventuali altri dati ritenuti essenziali (ad esempio, preferenze musicali, letterarie, cinematografiche, ecc.). Talvolta quindi è possibile trovare squeeze page che – in cambio di un’indirizzo di posta elettronica – forniscono particolari contenuti di valore, come l’iscrizione ad una newsletter, la possibilità di scaricare documenti multimediali, buoni sconto, ecc. Tali pagine utilizzano quello che in gergo è definito un lead magnet ovvero un freebie,: un incentivo gratuito in grado di attrarre gli utenti. Molto efficaci sono le azioni di copywrting attorno ai lead magnet: essere persuasivi nella scrittura, illustrando bene i vantaggi che l’utente avrà lasciando i propri dati può certamente far la differenza. Grazie ai dati raccolti, alle visite successive l’iniziale anonimo visitatore si troverà di fronte contenuti sempre personalizzati, che indubbiamente rappresenteranno uno stimolo all’acquisto. La richiesta dei dati dell’utente, in una squeeze ben fatta, deve essere visibile a colpo d’occhio. E’ opportuno pertanto, ad esempio, costruire architettonicamente la pagina in modo tale da porre in alto, ben chiaro, il form da compilare.
Quale tipo di pagina usare?
Possiamo costruire una pagina di compressione/estrazione in molti modi diversi. Le tipologie maggiormente usate sono le seguenti:
- una normale pagina di sito web, priva di link in uscita, nella quale il visitatore si trova “obbligato” a lasciare i propri dati, pena l’uscita dal sito;
- un classico pop-up, che compare ad un certo punto della navigazione;
- una pagina realizzata con tecnologia Exit Intent, che si attiva solo quando l’utente sta per abbandonare il sito.
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